sabato 10 luglio 2010

Vacanze

Sono la più sfigata delle mamme del Web :-)


Quelle vere, le mommyblogger serie, in questo periodo salutano, vanno in vacanza e non si portano nemmeno il notebook, tanto hanno prodotto durante l'anno.

Io invece faccio ridere: mi sono portata il notebook e poi, siccome non sono comoda a scrivere sulla tastiera piccola, anche tastiera, mouse, hub, hard disk esterno, quaderno grande Moleskine per appuntare le idee, tre chiavi USB, un lettore Mp3, due cellulari e mi pare basti così.

E faccio ancora più ridere perché, esattamente come a casa, per scrivere devo aspettare che il Cucciolo dorma e che nessun altro abbia niente da reclamare.

Insomma sono una vampira, che va pure di moda adesso: opero con il favore delle tenebre.

Ed è anche bello che io riesca a scrivere di notte! Qui almeno il cucciolo si sfinisce in spiaggia tutto il giorno; oggi addirittura per non perdere una meravigliosa giornata di mare ha saltato il riposino. Di giorno boia chi molla, ma almeno la sera dopo il canonico giro sulle giostrine del lungomare ( 5 euro ogni sera, il nostro mutuo aggiuntivo) cade addormentato stecchito. Santa spiaggia: a casa a volte ci mette un'ora e mezza per addormentarsi, il criminale. Ci addormentiamo prima io e suo padre mentre leggiamo il Re Leone a lui.

Chi lo avrebbe mai detto? 5 anni fa, single, le mie vacanze erano tutte barca a vela e perizoma. La riviera romagnola, roba da sfigati e neanche nominarla: quando ci accontentiamo è Sardegna, arcipelago della Maddalena. Mojito al tramonto e balli in tolda al chiaro di luna.

Adesso l'odore di fritto e il vociare delle bancarelle salgono su fino al balconcino della camera al primo piano, vista mare ma non fronte mare, troppo costosa. Hotel carino ma nel budget, abbiamo comprato casa e non abbiamo più nemmeno le famose pezze là dove non batte il sole. Riviera romagnola, dove c'è tutto per i bambini -incluse le famigerate giostre vampire, pure loro operano dal calare del sole in poi!- il pediatra a portata di mano e le farmacie sempre aperte, anche se da casa mi sono portata l'impossibile quest'anno. Prezzi decenti, pensione completa, così non dobbiamo pensare a niente se non -poco poco eh?- correre dietro tutto il giorno al duenne scatenato.

Oggi finito il turno di papà ho cominciato io e ho pensato bene di coinvolgerlo in un castello di sabbia da almeno quattro torri. La mia vena creativo-architettonica ha cominciato a gonfiarsi d'orgoglio come non succedeva da almeno quattro decenni, ma il Lider Maximo l'ha stroncata subito: armato di innaffiatoio, mi ha alluvionato almeno otto torri che io mi ostinavo a ricostruire dove l'inondazione le appiattiva. Manco il castello di sabbia è permesso, accidenti.

Confesso. A parte la frustrazione della vena architettonica, mi sono divertita una cifra.

Non è per niente un bel periodo. Niente di grave, niente di tragico, ma nemmeno niente che vada a gonfie vele o che almeno vada avanti da solo senza calci nel sedere. Tanta fatica, quasi disumana a tratti, pochi risultati, ingiustizie palesi, qualche problema di salute a ricordarmi che, incredibile ma vero, perfino io (che ero senza ombra di dubbio immortale fino a cinque minuti fa) sto in realtà invecchiando. Un po' di depressione da fine capitolo, da punto e nemmeno a capo, punto e basta con tante cose che ormai sono andate così e non c'è più niente da fare.

Qualche momento in cui pensi che tanta fatica non può avere senso, e che magari una mattina una scoreggina solare cancella la Terra e tutto ciò che contiene, incluse le cartelle esattoriali e i capi rompiscatole, ma tanto poi non sei più lì a goderne i vantaggi.

Un po' di depressione da stanchezza acuta, quando pensi che devi stare su per forza perché hai messo al mondo un figlio, se no sai quanti bei vaffa esistenziali che volerebbero nell'attesa indolente di tempi migliori.

Invece poi tirando su palettate di sabbia bagnata ti scopri a sorridere da sola e a discutere con 13 kg di pelle e ossa del perché quella torre debba stare su invece di venire inondata; pensi che magari nell'ultimo periodo la stanchezza ti ha fatto smarrire il senso delle cose, ma che davanti a un castello di sabbia chi se ne frega del senso delle cose (e giù un'altra palettata). Pulisci uno schizzo di sabbia sul naso del tiranno duenne, e pensi che se niente ha senso allora tutto ha senso, e questo castello di sabbia è il centro dell'universo e un'unica stella ci danza intorno col secchiello in mano.

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