venerdì 16 luglio 2010

Apparenze

Non giudicate dalle apparenze, spicciolo di saggezza quotidiana, precetto del catechismo di quando eravamo piccoli, dura lezione imparata in gioventù da fidanzati tutti chiacchiere e distintivo.


Ripassiamo un attimo.

Prendiamo ad esempio Mr. Wonder (non sai chi è Mr. Wonder? Clicca qui). Il mio caro socio al 50% visto da fuori fa il bancario col capello corto. Non mette la cravatta solo perché si occupa di sistemi, database, tutela dati e altre cose troppo difficili da ricordare per il mio neurone in vacanza. Comunque, niente a che vedere con quello che fa nel suo tempo libero.

Definizione di tempo libero di Mr. Wonder: dalle 5.50 alle 6.50 di mattina e dalle 21.30 alle 22 della sera. Il resto della giornata fa -egregiamente devo dire- il padre di duenne, il padre di adolescente, il marito di rompiscatole, e ultimamente visto che stiamo ristrutturando casa fa anche l'imbianchino, l'idraulico, il facchino e il buyer. Per riposarsi va in ufficio le sue otto ore, lì fortunatamente deve solo lavorare.

Dicevo, niente a che vedere con quello che fa nel suo tempo libero. Lui pratica yoga e meditazione e studia i testi principali. Alla mattina medita, alla sera studia. Finita l'Autobiografia di uno Yogi di Paramhansa Yogananda, ha attaccato con Mircea Eliade -un mattonazzo, detto tra noi, di rara densità e peso specifico.

Parola mia che Mr. Wonder non si veste di arancione, ha i capelli cortissimi, non porta strane collane e non ha il Terzo Occhio segnato tra le sopracciglia. Ergo: non giudicate dalle apparenze, il vostro guru potrebbe trovarsi seduto alla scrivania di fronte alla vostra.

Seconda lezione: il tristone in vacanza con la mamma.

Sono i nostri vicini di tavolo in albergo. Lui ha tra i trenta e i quaranta anni, aspetto gradevole e pacifico, la mamma magra magra e pallida pallida, ultrasettantenne non proprio ben conservata, se lo cova con gli occhi e di tanto in tanto racconta le imprese del pupo da piccolo, a commento e corollario delle imprese del Cucciolo a tavola. Così su due piedi sembra una malinconia, ma una malinconia...

Per farla breve, dopo qualche chiacchiera di buon vicinato veniamo a scoprire che si trovano in vacanza proprio qui perchè lui assiste ad un festival nazionale di Cabaret, al quale l'anno scorso ha partecipato arrivando in semifinale. Scopriamo che ha cominciato come imitatore ma preferisce far ridere la gente cucendosi addosso personaggi come il medico cinese o il venditore di auto, scopriamo che è gentile e simpatico e combinazione lavora nello stesso settore di Mr. Wonder.!

Forse che il luogo comune secondo il quale il settore bancario genere “Mostri” di vite parallele è vero? In attesa di uno studio randomizzato in merito, io e Mr. Wonder ci ricordiamo nuovamente l'un l'altro di non giudicare dalle apparenze.

Terza lezione, brevemente sennò è egocentrismo: io. Mi lascio passare molto volentieri per una capra informatica in ufficio, per una serie di ragioni che non sono rilevanti qui, e nessuno immaginerebbe mai che esiste questo blog, Pure io ho una secondo vita :-) eh eh eh, e dietro la mia maschera di key account si nasconde l'anima di Nonna Papera.

Concludo con quella che per me è la Lezione di oggi.

Sto leggendo Lo Scafandro e La Farfalla, di Jean-Dominique Bauby, edizioni Ponte alle Grazie. Credo lo ricordiate tutti, è la storia di un giornalista, scrittore, editor che a seguito di un incidente vascolare resta completamente paralizzato, imprigionato dentro il suo corpo nella LIS (Locked-In Syndrome) e comunica col mondo esterno per mezzo del battito delle ciglia del suo occhio sinistro. Riporto testualmente, dal capito che si chiama “Il Vegetale”

“Sai che B. è diventato un vegetale?” diceva uno. “Certo che lo so.Un vegetale, si, un vegetale”. La parola vegetale doveva essere dolce al palato di questi àuguri perchè era stata ripetutra più volte tra due bocconi di welsh rarebit.


Quanto al tono, sottintendeva che solo un beota poteva ignorare che ormai io appartenevo più al genere delle primizie che alla compagnia degli uomini. Eravamo in tempo di pace. Non si fucilavano più i portatori di false notizie. Se volevo provare che il mio potenziale intellettuale era rimasto superiore a quello di una scorzonera, dovevo contare solo su me stesso.


Così è nata una corrispondenza collettiva che seguo di mese in mese e che mi permette di essere sempre in comunione con coloro che amo. Il mio peccato d'orgoglio ha portato i suoi frutti. A parte qualche irriducibile che mantiene un silenzio ostinato, tutti hanno capito che mi si può raggiungere nel mio scafandro (alla faccia delle apparenze, n.d.r.) anche se talvolta mi trascina verso i confini di terre inesplorate.


Ricevo lettere di grande valore. Le aprono, le spiegano e le mettono sotto i miei occhi secondo un rituale che si è stabilito col tempo e conferisce all'arrivo della posta il carattere di una cerimonia silenziosa e sacra. Leggo ogni lettera io stesso scrupolosamente. Certe non mancano di gravità. Mi parlano del senso della vita, della supremazia dell'anima, del mistero di ogni esistenza e, per un curioso fenomeno di rovesciamento delle apparenze, sono proprio coloro con i quali avevo costruito rapporti futili che incalzano con queste domande fondamentali. Ero cieco e sordo oppure è necessaria la luce di una disgrazia a rivelare un uomo nel suo vero aspetto?”

Chapeau. Nient'altro da dire per oggi.

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