martedì 7 settembre 2010

“Un libro aperto è anche la notte”

Da quando ho cominciato il blog è riapparso in giro per casa un libro che ho comprato tanti anni fa. Non so come sia successo, visto che non ricordavo nemmeno più di averlo, anche se quando lo comprai mi saltò praticamente in mano giù dagli scaffali di una libreria Feltrinelli. Il libro era Scrivere, di Marguerite Duras. E io ero una blastocisti giovanissima, presuntuosa e totipotente, ancora convinta in cuor suo di diventare una scrittrice e soprattutto di poter diventare qualsiasi cosa avesse voluto. D'altronde, come dice un mio amico toscano che cito molto spesso, “sognare è bello e 'un hosta nulla” . Se non qualche botta sul naso di tanto in tanto.


Poi il tempo è passato, il libro è finito sempre più in alto sui ripiani della libreria e si è mimetizzato sotto la polvere, io non sono più totipotente ma le cellule si sono moltiplicate (fin troppo) ed aggregate in una vecchia signora cicciottella. Ancora devo capire
 come è successo che il libro sia saltato fuori.

Marguerite Duras scrive, io bloggo, è tutto quello che sono riuscita a fare. Gli scrittori spesso muoiono di fame e io ho vigliaccamente imboccato altre strade molto più prosaiche che con la prosa non hanno nulla a che fare. Però lei scrive di notte, e io pure. Lei perché nella notte e nella scrittura è esistenzialmente libera, io perché ormai c'è solo il sonno a cui posso ancora rinunciare, e tra il sonno e lo scrivere devo per forza rinunciare al sonno.

Scrivo da quando avevo sette otto anni e qualcuno mi regalò un diario, con la copertina rossa e il lucchetto. Da lì in poi ho scritto dappertutto, ho scritto anche nella scrittura perché riempivo le pagine vuote all'inizio e alla fine dei libri, e se non bastava coprivo di parole anche il bordo bianco delle pagine. Ho imparato a leggere e scrivere prima che ad andare in bicicletta -e si vede, avrei dovuto leggere meno e pedalare di più e magari ora entrerei ancora nei miei pantaloni preferiti.

Mi guardo da fuori scrivere adesso per il blog e ho pudore a raccontare la gioia che provo. Scherzo su di me e sulla mia ciccia per dissimulare questo infantile orgoglio.

Le dita scorrono sulla tastiera come se avessero vita propria, io in un certo senso non conto più e loro fanno quello che vogliono. Non vorrei che si pensasse che mi sento una scrittrice solo per via di quella citazione nella sidebar, ma sta di fatto che qui ho trovato uno spazio che non è da riempire ma mi riempie. Legge fisica numero 1 del Web, c'è posto per tutti, perfino per me.

Poi per uno dei tanti misteri della vita una resta una madre isterica e sbadigliante e una diventa Marguerite Duras, ma di fatto tutte e due scriviamo di notte perché non possiamo fare a meno di scrivere, e questo è un dato di fatto, si deve prenderne atto. Io leggo i suoi libri, e quelli di tanti altri, e come sempre accade imparo qualcosa di universale. Perché sono i libri le vere enciclopedie e la vita è vera solo perché gli scrittori ne fanno delle storie. Quando lei parla dello scrivere parla anche di me e a me. Anche perché tra insonni ci si intende.

Le dita volano leggere e veloci sui tasti, tranne quando scrivo di mio figlio. Scrivo di lui da quando è nato e all'inizio era solo l'orario delle poppate, poi mano a mano che cresceva sono cresciute le cose da ricordare. Quando scrivo di mio figlio non uso il PC. Uso una Bic nera e un quaderno Moleskine, e scrivo a mano. Ogni tanto ci metto anche un cuoricino fatto con un pennarello rosso, o disegno una faccina. Scrivo abbastanza goffamente, non sono quasi più capace di scrivere a mano ma per lui lo faccio anche se dopo mi fa male il polso.

Mi piace immaginare che un giorno prenda in mano questi quaderni, e i segni impressi duramente sulla carta gli dicano quanto lo amo.

Image: Simon Howden / FreeDigitalPhotos.net

4 commenti:

  1. Insonne all'appello.
    Anche io ho sempre scritto tanto, tantissimo.
    Però devo dire che il fatto che tu scriva da 35 anni si percepisce eccome.
    Si, insomma, te l'ho già detto, sono pochi i blog ben scritti. Sei solo un po' prolissa. :PPPP

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  2. Silvia te l'ho già detto? te amo :-)))))

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  3. ma guarda un po' che coincidenza...anch'io ho usato per tutto il periodo della gravidanza un moleskine che conservo ancora sul comodino e di notte di tanto in tanto mi ritrovo a sfogliare...

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  4. Meravigliosa. Utile. Incoraggiante. TU, ma anche la scrittura. Vi si trova la forza di affrontare draghi ed insettini, entrambi molesti per il quieto vivere. Io lo faccio per lavoro ma non come vorrei, come sognavo anch'io nei miei lontani 8 anni. E dire "lo faccio" esprime tutta la delusione, forse, ma anche la volontà di continuare e migliorare. A 45 anni, con un figlio di 9, ed una inattesa speranza di un secondogenito. Tu mi ridai coraggio. E sorrisi. Grazie. Ketty

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