venerdì 17 settembre 2010

e di notte si può anche piangere in pace

Suo figlio, di sei anni, è stato investito da un'auto mentre pedalava sulla sua biciclettina domenica mattina.
Lei non la sento da anni, ma è una di quelle persone che si ricordano. Per la dolcezza, la pacatezza, l'intelligenza luminosa, la saggezza profonda. Come fosse nata già grande: quando eravamo adolescenti insieme, lei era già adulta.
Ogni anno l'ho pensata, regolarmente, il giorno del suo compleanno. Non ho mai scordato la data, né di mandarle un pensiero affettuoso, anche se solo nella mia testa.
Suo figlio, il più piccolo, è morto domenica sulla sua biciclettina.
Me l'ha detto una mail che mi ha strozzata come una lisca di pesce, un osso piantato in gola. Ero in ufficio circondata dai colleghi e non sono nemmeno riuscita a nascondermi.
Chiedo perdono se stasera penso che il mondo è proprio brutto.
Chiedo perdono, in ginocchio: stasera penso che se uno immaginasse prima, forse non vorrebbe mai un figlio.
Chiedo perdono di essere così terrorizzata e smarrita e inadeguata
Non c'è niente che mi conforta, se non che posso piangere in santa pace perché tutti dormono.

1 commento:

  1. Ciao sono capitata in questo blog per caso e mi sono imbattuta in questo mpost cosi straziante anche perchè so per esperienza cosa vuole dire perdere un figlio.
    Il consiglio che mi sento di darti è non tenere i tuoi pensieri pre te ma fai sentire il tuo sostegno a questa amica anche se non sai come confortarla ti assicuro che è importante in questi momenti sentire il calore di tutte le persone care anche un semplice abbraccio è di conforto, un saluto cordiale.

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