giovedì 14 marzo 2013

SONDAGGIO: Di che cosa abbiamo bisogno?

via Observando.net

Da tempo sento il bisogno di far fare a Mammeover40.it un salto di qualità. Le motivazioni sono svariate ma non è questa la sede per sviscerarle: questo è un post di concretezza, non uno dei miei sfoghi.
Lascio un attimo da parte le mamme che ce l'hanno fatta e mi concentro su di te che sei ancora in corsa: 

TU, DI CHE COSA HAI BISOGNO?

Quando ti prende lo sconforto. Quando sei disperata e vorresti esattamente quella cosa lì, che nessuno ti sa dare. Quando basterebbe una stupidaggine a cambiarti la giornata. Quando sbatti il naso per l'ennesima volta nello stesso problema che si mette tra te e tuo figlio non ancora nato.
Immagina che io abbia la bacchetta magica - che ne sai che non ce l'abbia davvero? - e possa fare qualcosa per te. Che cosa dovrei fare?
Che si tratti di qualcosa di concreto o astratto - ehm, attenzione che astratto non significa impossibile - una pacca sulla spalla o un servizio online, un incontro nella vita vera o il contatto giusto o... quello che ti pare.

CHE COSA VORRESTI?

Potete contribuire in due modi.
Privatamente, mandate una mail a mammaover40@gmail.com ; in alternativa, lasciate un commento qui sotto. Sarete tutte e tutti lette/i con estrema attenzione, e poi vediamo se mi viene qualche idea. Qualcosa che si possa fare davvero.

Grazie
Blanche

lunedì 11 marzo 2013

Non ci credete


Non ci credete.
A quelli che vi dicono che tanto è uguale, che siete voi che sbagliate e siete stupide perché non riuscite a farvene una ragione.
Non ci credete e non mollate mai.
State lottando per qualcosa di veramente importante.
Diventate madri, diventatelo. Fatelo in ogni modo, con la pancia o senza, bio o non bio, omologo o eterologo, di carne o di cuore o entrambi. C’è la possibilità, credetemi, quindi non rinunciate.
Non hanno il coraggio di dirvelo in faccia perché lei poverina, ma questo cambia la vita come non potreste immaginare mai - tanto che a volte, dopo, vi trovereste a pensare No, non lo voglio veramente questo dono. Perché aggiunge una dimensione in più  - la quarta, la quinta e oltre - alla gioia, ma anche al dolore. Perché me l’avessero detto prima, quando ancora mio figlio era solo un sogno ed una lotta, che mi sarei ritrovata a soffiare nasini che non sono miei, a vedere figli in piccoli corpi non usciti da questa pancia. Non ci avrei mai creduto.
Io che non amavo particolarmente i bambini.
Io che mi incazzavo come una iena quando mi dicevano “Ma tanto c’è l’adozione” (e avevo ragione, perché a capire l’adozione, a rinunciare alla pancia ci si arriva dopo un percorso in salita, e guarda caso avere avuto una pancia aiuta moltissimo).
Non credete a chi vi dice che è tardi, che siete vecchie, che dovreste pensare ad altro. Rispondete che state lottando per la vostra vita e chiedete a loro - a chi vi dice di rinunciare - di smettere di respirare, di bere, di mangiare, perché stanno consumando la biosfera che spetta ai loro figli, un domani.
E ai vostri, i figli che metterete al mondo voi, di pancia o di cuore, alla faccia di chi vi esorta a mandare al macero i vostri sogni.


domenica 17 febbraio 2013

La speranza è il mio mestiere

...quindi non posso non segnalarvi questo libro. C'entriamo anche noi vecchiette, certo che c'entriamo, perché perché perché sapete bene che 'anta e infertilità si trovano bene insieme, sigh. Siamo tra le migliori clienti dei centri di PMA e tra le vittime designate della legge 40. Quindi, prendete e leggetene tutte: vi riconoscerete, vi commuoverete, e vi tirerete su di morale perché saprete con certezza che una di noi ce l'ha fatta.
Oltretutto, come appassionata di scrittura non posso non sottolineare il fatto che da tanto dolore e tanta gioia sia nato, oltre che un figlio, esattamente un libro. Il luogo perfetto dove pezzi di vita vengono decifrati e consegnati alla carta e alla memoria, per sempre




Raffaella Clementi
LETTERA A UN BAMBINO CHE È NATO
Storia di una procreazione medicalmente assistita

«La chiamano Pma, procreazione medicalmente assistita. Io preferisco pensare che tutte le procedure chirurgiche, ormonali, farmacologiche, tutti i metodi impiegati per aiutarci a procreare, siano stati solo le fasi del lungo, difficile, doloroso e fantastico, viaggio verso te».


In un Paese per vecchi spesso le donne si trovano a dover posticipare la decisione di avere un figlio di anno in anno, finché per il loro corpo non è troppo tardi. Ma i casi di infertilità o sterilità sono in aumento nei Paesi occidentali anche tra chi ha l’età migliore per concepire.

lunedì 23 gennaio 2012

Sostegno alla famiglia

Avrete notato che non faccio pubblicità molto facilmente, ma in questo caso si tratta di persone e luoghi che conosco e di cui mi fido, perciò vi giro l'informazione con la sicurezza di non mandarvi a cascare male.
Un luogo dove sentirsi a casa: ecco la sensazione che ho avuto la prima volta che ho messo piede nel nuovissimo Studio di Consulenza per la famiglia gestito dalla dottoressa Alessandra Grimoldi  -una vecchia conoscenza di questo sito- e dalla dottoressa Silvia Poletti, pedagogista. Un casa dove tutti i problemi del vivere insieme in famiglia trovano accoglienza e soluzione.
L’ambiente intimo e caldo, il legno, le mura spesse e protettive tipiche delle case del vecchio borgo di Melegnano, già al primo impatto fanno stare meglio; e poi ci sono i contenuti e le persone. Pratici, ricchi di senso e competenza, umani nel senso più largo del termine.
Lo studio è stato inaugurato poco prima di Natale, con una festa nello stile “caldo” ed accogliente che è ormai diventato un marchio di fabbrica: spazio ed attenzione per i più piccoli, cose buone da mangiare e atmosfera familiare. Avevano già presto il via, invece, le molteplici attività offerte dalle due specialiste; ve le riepilogo rapidamente, ma non dimenticate di visitare il sito del centro all’indirizzo www.consulenzaperlafamiglia.it
Come sempre,

giovedì 6 ottobre 2011

Stay Hungry, Stay Foolish

Tu che sei arrivata o arrivato qui perché hai un sogno e proprio non riesci ad arrenderti... Ascoltati questo, ti farà bene, credimi. E stare bene è l'inizio di tutto. Sono le parole di Steve Jobs, fondatore di Apple, buddista, pirata e sognatore: 24 febbraio 1955-5 ottobre 2011. Ciao, Steve, e grazie.

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