giovedì 23 dicembre 2010

Vaffan...Natale!

Non è detto che Natale sia proprio una festa per tutti, eh? Io ricordo perfettamente certi Natali quando tutti avevano figli o aspettavano figli, tranne la sottoscritta. Ne ricordo un altro, terrificante, che fu l'ultimo passato con il mio ex marito. Alessandra ha anche lei i suoi Natali da cancellare dal calendario. Insomma, abbiamo pensato che se siete felici e contente e gaudiose, trovate ovunnque spazio per esprimere la vostra allegria, anche consumando la carta di credito in giro per negozi. Se invece avete voglia di dire un bel vaffa alle Feste, qui potete farlo. Qui ci ricordiamo di tutti, non solo di quelli a cui va tutto bene.
Qui però vogliamo anche dire che tra un anno è di nuovo Natale, e chissà...

Con infinito affetto, Tanti Auguri!
Blanche e Alessandra
Image: Simon Howden / FreeDigitalPhotos.net

lunedì 20 dicembre 2010

La Sfida delle Famiglie

Le nuove famiglie, ricostituite o miste, sono una realtà sempre più diffusa nel nostro Paese, ma purtroppo non esiste ancora una norma legislativa che le regolamenti, ne tantomeno un corollario di regole e abitudini sociali a cui appellarsi.

Le nuove famiglie sono “sole” senza punti di riferimento e per la buona riuscita devono basarsi esclusivamente sul buon senso.

La famiglia ricomposta è una sfida che ha in sé grandi difficoltà (il peso del fallimento precedente, tensioni spesso irrisolte con gli ex partner, figli di primo letto, figli di secondo, figli del nuovo partner, spesso impoverimento economico) ma anche il vantaggio di essere fortemente motivata a non fallire, pronta a rimettersi in gioco, a cambiare e a costruire qualcosa di nuovo.

La forza e la scommessa delle nuove famiglie nasce dalla voglia di ricominciare, dal cambiamento e dall’abilità nel saper ascoltare e mediare le esigenze e gli affetti di tutti.

Ma partiamo dall’inizio. Avvenuta la separazione con tutto il bagaglio di dolore, rabbia e delusione si passa un periodo in cui ci si riorganizza e si raccolgono i cocci; si ritrova una certa stabilità, un nuovo equilibrio interiore e si consolidano le nuove abitudini.

I figli che nei primi tempi sono stati spettatori passivi di una rottura spesso non desiderata, cominciano finalmente ad accettare la situazione e a pensare a loro stessi, senza preoccuparsi dei genitori o di quello che gli sta succedendo.

Occorrono circa tre anni per affrontare il lutto da separazione ed essere pronti per nuovi legami affettivi. Il tempo apparentemente si accorcia se

martedì 14 dicembre 2010

Possediamo solo il nostro tempo: Seconda parte

Nel mese di ottobre ho pubblicato un articolo, che puoi rileggere qui, sull'importanza di vivere bene il tempo della nostra vita, in quanto si tratta dell'unica vera ricchezza che possediamo. Abbiamo anche affrontato il tema del poco tempo per sè delle donne in generale, e delle madri in particolare. Riprendo la trattazione, considerando che si avvicina l'anno nuovo e che è tempo di buoni propositi...

Impara a riconoscere a te stessa il diritto a “staccare”. Se non riesci a concederti questo diritto, pensa che il tuo “stacco”, nel momento in cui giova a te, gioverà indirettamente a tutti i tuoi cari.
Non li stai abbandonando nel momento del bisogno per motivi futili ed egoistici. Stai lavorando per essere più felice: e niente fa stare meglio tutta la famiglia, che una madre felice.
Nessuna aria è più benefica di quella che si respira attorno alle persone felici, ma se si tratta della mamma questo è ancora più vero.
Perciò il tuo compitino, per mettere in pratica il Primo Passo, è:
Prendi la tua agenda e decidi scientificamente, a tavolino, quando e come ritaglierai del tempo per te.
Comunica ai tuoi familiari il tuo programma. Mostrati ferma e tranquilla. Puoi negoziare, variare, andare incontro alle esigenze di tutti , ma dichiara che NON rinuncerai a questo tempo. Al massimo, lo sposterai.
Questo tempo pianificato per te deve essere intoccabile per tutta la famiglia. Sarà la tua piattaforma di lancio per un miglioramento concreto della tua, anzi delle vostre vite, e tu stessa dovrai essere la prima a rispettarlo e a considerarlo sacro.
Cosa fare con questo tempo, sarà oggetto del prossimo articolo. Per ora, preoccupati solo di aver segnato sull'agenda quali sono i tuoi spazi e avere informato la famiglia delle tue decisioni. Ti assicuro che detto così sembra facile, ma non è un passo da poco.

Se stai seguendo questo piccolo corso, o stai facendo qualcos'altro con lo stesso scopo, lascia un commento: a te costa poco, e può essere d'aiuto ad altri.

giovedì 9 dicembre 2010

E' uno sporco lavoro, ma qualcuno deve pur farlo

Questo articolo mi frulla per la testa da parecchio tempo. Mi sono decisa solo ora a scriverlo e postarlo a seguito di incidenti di percorso capitati a persone care, amiche e parenti. Può essere che qualcuna mi detesti dopo averlo letto, qualcun'altra invece mi ringrazierà. In ogni caso, dopo aver letto saprete esattamente cosa aspettarvi, e se riuscirò a far risparmiare a qualcuna un po' di lacrime il mio obiettivo sarà raggiunto.


Sto parlando di aborto, ovviamente. Vi dirò ora delle cose che ho imparato sulla mia pelle, e che avrei voluto che qualcuno dicesse a me. Ci avrei sofferto molto meno.

Il concetto di base è questo: quando avete in mano un test di gravidanza positivo, non avete in braccio un bambino. Avete in mano solo un bastoncino di plastica con due striscette rosa, o blu, secondo i casi. La strada che vi porta dal vostro bambino è ancora molto, molto lunga, perciò tenete i piedi per terra.

Vi do qualche cifra.

Quando una gravidanza viene accertate, le possibilità che possa interrompersi spontaneamente vanno dal 12% se l'età materna è attorno ai 20 anni, fino al 40% se l'età materna è oltre i 40 anni. Dopo i 45 anni, le perdcentuali di rischio arrivano al 50-70%

L'80% degli aborti avviene entro le 12 settimane di gestazione, e di questi il 36% entro le prime 8 settimane.

E' brutto dire queste cose a donne che cercano un figlio in età avanzata, ma credo sia ancora più brutto essere convinte di avercela fatta, per disinformazione, e poi essere gettate nell'abisso dai classici “Non c'è battito”, “La camera è vuota, è un uovo chiaro”. Frasi che i medici spesso pronuciano con poco tatto, dato che per loro è normale amministrazione. Se ci siete passate, sapete che per voi non sarà mai normale amministrazione. Ma se non vi siete fatte troppi film mentali, starete molto meglio.

Perciò, davanti al test positivo tenete i piedi per terra. Se siete oltre i 40 anni, avete raggiunto già un ottimo risultato. Mettete in conto una delusione, e sappiate che alla nostra età non è una possibilità remota. A chi scrive è successo 4 volte, ma è anche vero che chi scrive ha partorito un bimbo bello e sano a quasi 42 anni.

L'età ci dà anche spalle sufficientemente larghe per sopportare le delusioni e riprovare, fino a quando ce la sentiremo.
 

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